Gli concedo un motivo per esistere “ossessione temporale”.
Lo chiamo, per sentirmi a mio agio, “interesse culturale personale”.
Lo considero, per darmi un’aria vissuta, come una forma di “malattia”, innescata tempo addietro, dal virus della fotografia.
Tutto questo per me è sinonimo di LIBRO fotografico, e ancor di più, di libro FINE ART.
Il LIBRO fotografico stampato da un editore ha dei tempi di preparazione/gestazione infiniti ma mai impossibili per nessuno. Nel mio caso inizio a pensarlo e progettarlo, il più delle volte, prima della partenza di un viaggio e quindi da un progetto programmato a tavolino, dove più che il pensiero e l’ansia di cosa fotografare, è il viaggio in se stesso a incuriosire il mio “IO” per assecondare la mia voglia di vagabondare/fotografare. Diciamolo senza pudore o vergogna; le fotografie sono solo una scusante, una buona/bella scusante.
Tralascio il LIBRO fotografico da editore per passare alla vera“malattia ossessionante, virale, incubata da varie forme di interessi culturali” … LUI, il libro FINE ART.
LUI nasce dall’istinto, da incontri fortuiti, da casualità inaspettate, da fotografie impolverate riposte e ritrovate in cassettiere di archiviazione. LUI nasce in tempi velocissimi, un giorno due giorni al massimo tra menabo e impaginazione. LUI non interessa mai a nessuno se non a chi lo realizza o a chi lo subisce come fruitore. Pochi fruitori, visto che se ne stampano pochissime copie.
Per esempio questo EST, EST, EST, da cui prende spunto il blog, sono immagini scattate, e mai utilizzate, realizzate durante il viaggio del 2012 verso il Nepal a seguito del progetto 7mml. Ho usato lo stesso titolo del libro realizzato dall’editore perché è lo stesso viaggio, sono gli stessi momenti visti e goduti con le stesse atmosfere. Stesso viaggio ma con immagini completamente diverse. Diverse nell’approccio, diverse per lo strumento utilizzato per fotografare, diverse per natura – fotografie digitali quelle da editore, fotografie analogiche quelle del FINE ART -. Un centinaio di foto stampate su carta ruvida di color ecru nel formato chiuso 30×37 cm, in formato libro, verticale, da una stamperia Polacca. La copertina bodoniana mi ha permesso di far cucire a mano i sedicesimi a formato pieno intercalandoli con delle pagine di formato più piccolo. L’utilizzo di un risguardo pesante, con carta fatta a mano, ha risolto i problemi di rilegatura.
Eccolo. “EST, EST, EST” stampato in 7 copie fine art firmate e numerate, l’ultimo esempio concreto della mia “ossessione temporale” visto che già domani, sarà un ”già visto”, un “già fatto”, un “già dimenticato”.